Una settimana con Amnesty International:“Diritti umani, odio e discriminazione”
L’I.C.”San Giovanni Bosco” e
l’ I.C. ”Montessori “ di Catania, sono state le uniche scuole coinvolte,
insieme a diversi licei, all’interno della settimana “Catania è cultura dei
diritti ”presso il Palazzo della Cultura di Catania, dal 12 al 18 marzo.
Già dall’ inizio dell’anno scolastico ,su proposta della professoressa Grazia Di Stefano,( referente, insieme alla collega Francesca Di Prima, del progetto Amnesty Kids e attivista Amnesty) i ragazzi della III B di scuola secondaria, in collaborazione con il professore Salvatore Pedi, hanno seguito un percorso di crescita che hanno completato e definito giovedì 15 marzo a Palazzo Vanasco con un laboratorio gestito da Chiara Pacifico ,responsabile del progetto a livello nazionale. Il pomeriggio dello stesso giorno, sono stati coinvolti in un workshop di approfondimento sulla campagna “Coraggio” ,esperienza incredibilmente edificante che ha permesso loro di gustare la libertà di espressione in larga scala: hanno liberato i propri pensieri.
Già dall’ inizio dell’anno scolastico ,su proposta della professoressa Grazia Di Stefano,( referente, insieme alla collega Francesca Di Prima, del progetto Amnesty Kids e attivista Amnesty) i ragazzi della III B di scuola secondaria, in collaborazione con il professore Salvatore Pedi, hanno seguito un percorso di crescita che hanno completato e definito giovedì 15 marzo a Palazzo Vanasco con un laboratorio gestito da Chiara Pacifico ,responsabile del progetto a livello nazionale. Il pomeriggio dello stesso giorno, sono stati coinvolti in un workshop di approfondimento sulla campagna “Coraggio” ,esperienza incredibilmente edificante che ha permesso loro di gustare la libertà di espressione in larga scala: hanno liberato i propri pensieri.
Durante la stessa settimana ,esattamente dal 13 al 15 marzo
alcune delle nostre docenti, incoraggiate dalla spinta di innovazione culturale
promossa dal Dirigente Scolastico ,Prof.ssa Valeria Pappalardo, hanno potuto
seguire il corso di formazione per docenti di scuola primaria e secondaria,
“Diritti umani, odio e discriminazione” ,promosso e diretto da Amnesty
International Italia.
La formazione ha voluto essere risposta e ausilio ai bisogni
degli insegnanti che si trovano a dover affrontare, insieme ai propri alunni,attraverso l’educazione ai media e l’approccio interculturale, il fenomeno, ormai
dilagante, dell’odio declinato in tutte le sue forme.
Si è partiti da un assunto
di base :nella percezione altrui, ciascuno di noi opera delle categorizzazioni
sociali, che permettono di organizzare e semplificare le informazioni
acquisite, consentendoci di distinguere “noi” da “loro”. Ci siamo accorti, attraverso
attività di apertura e di confronto durante il corso, che l’odio sia un processo cognitivo che tutti attiviamo, più
o meno consapevolmente, perché particolarmente funzionale. Permette di
rinsaldare la nostra identità, individuale e sociale. Consente di prevedere la
condotta altrui. Rende così possibile tracciare le linee guida della nostra
vita di relazione. Il problema nasce quando questi processi di categorizzazione
subiscono delle distorsioni sistematiche. Accade quando la ricerca di un’immagine
positiva del sé (che si alimenta del giudizio positivo sul proprio gruppo di
appartenenza) induce a svalutare gli altri gruppi. Accade quando , attraverso
l’abuso di stereotipi , finiamo per percepire i membri degli altri gruppi ,come
un insieme indifferenziato di soggetti tutti uguali, negandone così
l’individualità (che siamo disposti a riconoscere solo all’interno del nostro
gruppo). Accade quando quegli stereotipi mutano in pregiudizi: espressione,
cioè, di un orientamento socialmente condiviso che induce un singolo individuo
(o il suo gruppo di appartenenza) a mettere in atto comportamenti ostili e
discriminatori nei confronti dei membri di un altro gruppo in forza della sola
appartenenza a esso. In questa progressione, il punto di non ritorno si raggiunge
quando chi odia si sente (anche solo simbolicamente) minacciato dal diverso da
sé e chi è odiato ormai ha subito una svalutazione sistematica che, dalla
iniziale de-legittimazione, ha raggiunto l’acme della sua de-umanizzazione.
L’odio viene così razionalizzato e l’atto aggressivo appare come una scelta
razionale e appropriata. A quel punto, l’annientamento dell’altro, ridotto a
capro espiatorio, è solo questione di tempo.
Il corso ha così permesso a tutti i partecipanti di scardinare le
proprie certezze, di mettersi in forte discussione,ha permesso la possibilità di stravolgere i pensieri e le
parole d’odio che, come detto prima , sono parte del nostro mondo ,elementi
costitutivi della nostra società.
Sta a noi operatori di questa società, trasformare le parole d’odio in amore per la libertà.
Sta a noi operatori di questa società, trasformare le parole d’odio in amore per la libertà.
Con la lettura di
questo meraviglioso testo di Elsa Wiezell ,si è concluso il percorso di
formazione.
Forse più di un mero percorso di formazione : un vero e proprio “scossone”
nella vita di ognuno.
“Come un’onda gigante
Dentro il mio cuore.
Come l’immensa bellezza del vento sui pini.
Come un enorme,vivo battito del cuore.
Come la luna e il fiume pazzi d’amore .
Come l’universo dei sogni in mezzo agli occhi.
Così amo la libertà”
Francesca Di Prima
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