Generazioni legate da un filo leggendario

Maria Grazia Ricca
Nina Lucia Rigano

Si parla sempre di questo stacco generazionale che distanzia sempre più i nostri giovani da coloro i quali vengono definiti comunemente la “vecchia guardia”, …ma abbiamo mai pensato a “legare” questi due “mondi” così lontani in apparenza? E se la narrazione di leggende del nostro territorio fosse proprio quel trait d’union tra nonni e nipoti? E Se apprendere la storia e la tradizione dei nostri luoghi più cari colmasse appunto questo “generation gap”? Noi dell’Istituto “San Giovanni Bosco” di Catania ci abbiamo voluto provare e abbiamo avuto una vittoria personale.



Il nostro istituto partecipa a diversi progetti Erasmus, ed uno di essi è proprio intitolato “Let’s myth together”, dove il ruolo del racconto del mito e della leggenda diventano l’elemento fondante della progettazione. In seno a tale progetto e soprattutto in vista della imminente mobilità in Portogallo presso la scuola “Agrupamento de Escolas Santos Simoes – Guimaraes, gli alunni della scuola secondaria di I grado, appartenenti a diverse classi e corsi, hanno coinvolto i loro eccezionali nonni in un incontro singolare presso le strade cittadine che ci “narrano” le leggende della nostra Catania.




In un’assolata mattinata dal sapore primaverile, i nostri giovani allievi accompagnati dai loro “grandparents”, percorrono stradine a loro sconosciute che li conducono al pozzo di Gammazita, situato vicino la piazza Federico II di Svevia. Sguardi curiosi ed entusiasti, “fiumi” di domande rivolte ai nonni che con amorevole tono spiegano loro le vicende di questa giovane fanciulla catanese, Gammazita, che, secondo la leggenda, per mantenere immacolato il proprio cuore devoto al proprio promesso sposo, si lancia nel pozzo per sfuggire alle angherie di un gendarme francese che di lei era invaghito. La pacatezza e la dolcezza della narrazione dei nonni si mescola dolcemente all’ardore di questi ragazzetti degli anni 2000 affascinati dalla passione che porta l’impavida Gammazita a togliersi la vita per amore.



È a questo punto che una giovane studentessa mossa da curiosità chiede al nonno se anche loro avessero un così forte legame coi rispettivi nonni quando erano bambini. È quello diventa il momento culminante dell’incontro, il momento in cui vengono abbattute le barriere temporali e ci si ritrova in una realtà senza confine dove l’amore, il rispetto della tradizione e della sua trasmissione rimangono immutati nel tempo.
Questo è lo spirito Erasmus, questo intreccio di tradizioni culturali locali con quelle legate agli altri Paesi, questo abbattimento delle barriere che ci rende un’unica realtà nello spazio e nel tempo.



Un ringraziamento speciale va dato alla nostra dirigente, prof.ssa Pappalardo Valeria, che sempre si prodiga per offrire alla nostra scuola opportunità di ampio respiro europeo, alla nostra coordinatrice dei progetti Erasmus, docente Rigano Nina Lucia, che tiene le “chiavi” di apertura a questo mondo, alle docenti Di Salvatore Giovanna e Ricca Maria Grazia, ai nostri ragazzi che accolgono con entusiasmo questa meravigliosa offerta formativa ed i loro nonni che ci hanno ricordato il fondamento della famiglia che ci lega l’uno all’altro….stavolta  a suon di “leggende”.


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