Non mi piace il buio – Sabir Fest
Prof.ssa Grazia Di Stefano
In occasione
del Sabir Fest 2018, tenutosi al Palazzo della Cultura di Catania, sabato 6
ottobre 2018 gli studenti della classe 3B dell’Istituto Comprensivo San
Giovanni Bosco – accompagnati dalle docenti Grazia Di
Stefano e Daniela Marletta e accolti da Melita Cristaldi, coordinatrice del
Polo Catanese di Educazione Interculturale –
hanno assistito allo spettacolo “Non mi piace il buio. Prigionia e morte di
Giuseppe Di Matteo”, realizzato dalla Compagnia Pupi Antimafia di Angelo
Sicilia.
Lo spettacolo
prende vita dalla drammatica storia di Giuseppe Di Matteo, bambino tragicamente
ucciso da Cosa Nostra perché figlio di un pentito di mafia coinvolto
criminosamente nella strage di Capaci. Lo spettacolo nasce dalla collaborazione
con lo scrittore Martino Lo Cascio,
autore del libro “Il giardino della memoria”, edito da Edizioni Mesogea.
La
particolarità dello spettacolo è dettata dall’utilizzo dei pupi siciliani che
Angelo Sicilia, mastro puparo palermitano, sveste dalle corazze e dagli scudi
della tradizione siciliana, sostituendoli con abiti del nostro tempo e mettendo
in scena uno spettacolo emozionante e commovente, caratterizzato da un forte
messaggio di impegno civile e culturale.
Di fondamentale
importanza e sicuramente suggestivo è stato l’intervento dell’autore Lo Cascio
come voce narrante della storia, accompagnato da musiche scelte: i dialoghi
dello spettacolo sono stati tratti dagli atti del tribunale del caso Di Matteo.
Una testimonianza diretta, quindi, delle atrocità commesse dalla mafia senza
scrupolo alcuno, persino nei confronti di un bambino innocente come Giuseppe Di
Matteo. Intense e controverse le emozioni che hanno travolto studenti e
docenti, dalla commozione alla rabbia, fino alla presa di coscienza
dell’importanza della lotta contro un sistema come quello mafioso. Una
consapevolezza che andrebbe nutrita e che sia in grado di scardinare l’idea che
ciò che viene mostrato spesso dalle serie televisive a tema mafioso sia un
messaggio costruttivo o da emulare. La mafia, in nessun caso, può servire da
modello alle nostre generazioni ed è un dato notevole la partecipazione della
classe 3B dell’I.C. San Giovanni Bosco: nonostante il sabato libero, i nostri
studenti hanno mostrato la volontà di prendere parte alla visione di uno
spettacolo dall’intensità non ordinaria.
Interessante e
costruttivo è stato il dibattito finale tra il regista Angelo Sicilia e lo
scrittore Martino Lo Cascio, un’occasione unica di riflessione che ha suscitato
considerazioni da parte degli studenti, raccolte poi dagli stessi nella stesura
delle loro impressioni:
«Abbiamo avuto
l’onore di assistere a questo meraviglioso spettacolo che ci ha fatto tanto
emozionare e commuovere, ma che ci ha anche fatto capire che la mafia si deve
combattere senza aver paura e con coraggio. Bisogna camminare a testa alta
senza mai cedere nella paura (Miriam Adamo, classe 3B)», «Questa esperienza è
stata molto emozionante e costruttiva, spero di poter vedere altri spettacoli
di questa portata e ringrazio la mia scuola che mi permette di partecipare a
dalle iniziative così formative (Mario Magrì, classe 3B)», «Non ci sono parole
per descrivere un atto cosi spregevole e disumano anche se spesso la tv ci
propone fiction con storie di mafia avvincenti dove i protagonisti sono uomini
d’onore affascinanti e complessi… ma la realtà è un’altra cosa, lo sanno bene
le tante famiglie che piangono i loro cari vittime innocenti di mafia (Ileana
Sedici, classe 3B)», « Ne è
valsa la pena svegliarsi presto di sabato mattina per assistere a questo
spettacolo forte, emozionante e originale (Vanessa Allegra, classe 3B)». Numerosi
sono stati anche i messaggi di ringraziamento da parte dei genitori di alcuni
studenti rivolti ai docenti, consapevoli del ruolo di una scuola come la
nostra, intesa come una scuola di vita e di partecipazione attiva. L’esperienza
al Sabir Fest si è conclusa con la visita all’installazione multimediale di
Juan delGado “Altered Landscapes”, un racconto personale attraverso diversi
paesaggi dell’Europa, testimonianza degli spostamenti e dei traumi di chi
attraversa i sui territori durante i viaggi affrontati come rifugiati.
Come ha
ribadito Martino Lo Cascio durante il dibattito finale, è importante parlare di
tematiche forti e raccontare storie vere attraverso l’arte e visione di
spettacoli come “Non mi piace il buio”. Perché è importante non dimenticare e
mantenere in vita la memoria e il coraggio di chi, ogni giorno, lotta per la
nostra libertà.
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